Borges scrisse di Chesterton che ?qualcosa nella creta del suo io inclinava all?incubo, qualcosa di segreto, e cieco e centrale?. In questi trentadue racconti ? quasi tutti editi per la prima volta in Italia ? incontriamo un Chesterton nascosto, narratore del fantastico in molte diverse sfumature, dalla fiaba lontana nel passato alla fantascienza sociale, fino alle inquietudini dell?onirico e del surreale. L?inchiostro di queste pagine disegna voli nella notte, distopie… (more)
Borges scrisse di Chesterton che ?qualcosa nella creta del suo io inclinava all?incubo, qualcosa di segreto, e cieco e centrale?. In questi trentadue racconti ? quasi tutti editi per la prima volta in Italia ? incontriamo un Chesterton nascosto, narratore del fantastico in molte diverse sfumature, dalla fiaba lontana nel passato alla fantascienza sociale, fino alle inquietudini dell?onirico e del surreale. L?inchiostro di queste pagine disegna voli nella notte, distopie sottomarine, una creatura morta che continua a vivere? Ma l?autore sa che l?incubo più grande non si trova nei mostri dell?immaginazione, ma nella natura stessa dell?uomo e del mondo, nella nostra capacità di vedere la realtà, o d?ignorarla terribilmente: perché un prato è fatto di dita e il sole è qualcosa d?inquietante e alieno, sotto il quale viviamo le nostre esistenze ma che non possiamo mai guardare.
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